Isbuscenskij : l’ultima carica a
cavallo.
Il mondo sta accelerando. E la guerra, che del
mondo è sempre stata un termometro precisissimo, cambia ancora più velocemente.
Eppure, nell’era dei satelliti, dei missili e dei droni, c’è chi può dire di
aver visto con i propri occhi la guerra dell’800, quella studiata da Carl von
Clausewitz per il suo celebre trattato.
l'unica foto originale della famosa carica. |
Verso quota 213,5 |
Colonnello Alessandro Bettoni Cazzago |
Vennero concesse due medaglie d’oro alla memoria al maggiore Alberto Litta Modignani e al capitano Silvano Abba, due ordini militari di Savoia, 54 medaglie d’argento, 50 medaglie di bronzo, 49 croci di guerra e diverse promozioni sul campo per merito di guerra, oltre alla medaglia d’oro allo stendardo.
Gli ufficiali tedeschi si congratularono con il colonnello Alessandro Bettoni, comandante del Savoia Cavalleria, dicendo: «Noi queste cose non le sappiamo più fare».
Un riconoscimento del valore dei soldati, ma anche dell’arretratezza delle tecniche militari italiane, quando ormai si era alla vigilia della guerra atomica.
I giudizi dei militari nascono quasi sempre da considerazioni tecniche. II politico e lo storico giudicano ovviamente da un altro punto di vista. Così ha fatto recentemente Giorgio Bocca (v. bibliografia), che ha impugnato la definizione di Messe sostituendola con quella di «inutile carneficina». In realtà, la carica fu inutile solo se considerata nell'ambito di una guerra inutile. In questo senso, anzi, fu drammatica. Di per se stessa, però, servi a salvare un buon numero di sbandati della «Sforzesca» e degli uomini in armi presso Tschebotarewskij. Inoltre, considerando la proporzione delle forze, non fu neppure una carneficina: 39 morti in uno scontro tra seicento uomini contro duemila avversari. Il basso numero delle perdite è sempre stato un dato caratteristico delle cariche ben eseguite
Ma questo non toglie il valore epico dell'azione descritta in modo esemplare da Lucio Lami nel suo libro. Libro che invito chiunque a leggere per quattro motivi fondamentali : parla di Italiani, di cameratismo, di storia italiana e di solidarietà tra popoli nemici.
Superfluo dire che l'assalto ebbe in tutto il mondo una eco importante e imponente. e certamente la propaganda del tempo non si fece sfuggire l'occasione per sferzare gli italiani ad esserlo ancora di più.
Per dovere di cronaca, anche se descritto nel libro di Lami, il neo nato Studio Luce inviò una rappresentanza di attori per riprodurre la famosa carica.
Ne venne fuori un filmato che niente ha a che vedere con la realtà dei fatti.
Invece da vedere anche su You Tube è il racconto documentario di un reduce di Milano che può dire " io c'ero".
Purtroppo vero è anche che da questo apice ci fu poi, solo la tremenda ritirata con migliaia di morti.
Al Reggimento, ricostituito nel dopoguerra, venne dato temporaneamente (nel 1950) il nome di «Gorizia Cavalleria», con un provvedimento tragicomico e antistorico. Il reparto fu poi trasferito (1957), dopo 46 anni di vita milanese, a Merano, non tanto per motivi logistici quanto per evitare - si disse allora da più parti - che al Circolo Ufficiali potessero ancora radunarsi, come accadeva nell'anteguerra, i più accesi monarchici di Milano.
Oggi il Savoia Cavalleria è stato inserito nell'organico della Folgore.
In questo modo, sostituendo cavalli come Albino con mezzi motorizzati, hanno mantenuto ciò che il motto sullo stemma evoca.
da così... |
a nuovo inquadramento. |
concessione del basco amaranto al Savoia Cavalleria |
Il cavallo da guerra e reduce : Albino |
Il sergente Cioffi, reduce della gloriosa carica |
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