Regio Sommergibile "Provana "
17 Giugno 1940 - La Caccia Finale -
Il varo del Provana (g.c. Giorgio Parodi via www.naviearmatori.net)
Il Sommergibile oceanico della classe Marcello
(1060 tonnellate di dislocamento in superficie, 1313 in immersione). Era
l’unico sommergibile della classe Marcello a non portare il nome di un Doge
veneziano, bensì di un ammiraglio della flotta sabauda che partecipa alla
battaglia di Lepanto il 01/10/1571.
Svolse una sola
missione di guerra, percorrendo 1180 miglia in superficie e 214 in immersione.
Breve e parziale cronologia - Tratto dal blog
" Con la pelle appesa a un chiodo" -
( http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2014/11/provana.html ) .
16 marzo 1938
Varo
nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone.
Un’altra immagine del varo
(da Alessandro Turrini, “Gli squali dell’Adriatico – Monfalcone e i suoi
sommergibili nella storia navale italiana”, Vittorelli Edizioni, 1999, via
Marcello Risolo e www.betasom.it)
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25 giugno 1938
Entrata in servizio.
Alle prove in mare è risultato l’unità più veloce della classe, toccando i 18,8
nodi in superficie e gli 8,5
in immersione.
Viene assegnato alla
XXI Squadriglia Sommergibili (II Grupsom), avente base a Napoli e formata,
oltre che dal Provana, dai gemelli Marcello, Dandolo e Nani (e della
quale farà parte sino alla perdita).
Esercita intensa
attività d’addestramento.
La prima perdita del Mediterraneo
Pochi
giorni prima che
l’Italia entrasse nella seconda guerra mondiale, il 5 giugno 1940, il Provana, al comando del capitano di corvetta Ugo Botti, lasciò Napoli per raggiungere quello che con la
dichiarazione di guerra sarebbe divenuto il proprio settore d’operazioni,
situato a nord della costa africana (nella stessa zona, tra Cartagena e
l’Algeria, erano stati inviati anche i sommergibili Dandolo, Marcello, Morosini e Faà di Bruno).
Non
partì con il Provana un marinaio
bergamasco, che si era infortunato. Il comandante Botti, essendo anche lui
residente a Bergamo, gli affidò il proprio cagnolino, che non poteva portarsi
dietro sul sommergibile, con l’incarico di riportarlo a Bergamo.
Il
sommergibile rimase per oltre dieci giorni nel settore assegnato, iniziando,
dall’atto della dichiarazione di guerra, l’agguato offensivo. Quanto segue fu
appreso nel dopoguerra dalle fonti francesi, dal momento che dopo la partenza
da Napoli il sommergibile non diede più notizia di sé.
Poco
prima delle 16 del 17 giugno 1940,
a circa 80 miglia da Orano, il Provana avvistò il convoglio francese «IR.2F», in navigazione da
Orano a Marsiglia: lo componevano cinque mercantili (Mèdie II, Florida – capo
convoglio –, Kita, Edéa e Djebel-Aurès), con la scorta degli avvisi Commandant Bory (capitano di corvetta Leblanc, caposcorta) e La Curieuse (capitano di corvetta E. M.
J. Le Blanc, per coincidenza quasi omonimo del suo omologo sul Commandant Bory), il primo sul lato
sinistro del convoglio, il secondo sul lato dritto. La visibilità era ottima ed
il cielo sereno, c’era una leggera brezza forza 1 o 2 da nordest che increspava
il mare. Il convoglio procedeva zigzagando a 13 nodi, con rotta verso nord.
L’unità
italiana si portò all’attacco e, da 1800 metri di distanza, lanciò due siluri: le
armi mancarono il bersaglio, ma uno passò a meno di 200 metri da La Curieuse.
A
bordo dell’avviso il marinaio Rio, un pescatore della Vandea, di vedetta a
poppa estrema, avvistò per primo “qualcosa sul mare”, a circa due quarti di
poppa dritta, al traverso. Erano le 16.31. Rio lo fece notare a due ufficiali
che erano seduti lì vicino intenti ad ammirare il mare, il tenente di vascello
Jean Berthelot, comandante in seconda, e l’aspirante Baraton. Berthelot guardò
ma non vide nulla, e disse a Rio di tranquillizzarsi, ma il marinaio insistette
e l’ufficiale, guardando meglio, vide la scia di un siluro a 2000 o 3000 metri di distanza.
Su ordine di Berthelot, Rio diede l’allarme «siluri di poppa dritta», ed il
comandante Le Blanc ordinò subito «tutta a sinistra». La manovra permise alla
nave di evitare di stretta misura di essere colpita: mentre il siluro
precedentemente avvistato passò lontano e proseguì, durante la virata Berthelot
ne vide un altro passare a pochi metri dal lato di dritta della nave, a poca
profondità. La Curieuse diede
l’allarme, fischiando ed issando la fiamma numero 1, e tutti i mercantili,
avvistati i siluri (uno correva in superficie, saltando come una focena, mentre
l’altro, diretto proprio verso uno dei mercantili, affondò prima di
raggiungerlo), accostarono precipitosamente verso ovest, mentre il Commandant Bory virava decisamente nella
direzione opposta, per dare la caccia, insieme a La Curieuse, al sommergibile. Alle 16.33 quest’ultimò issò il
segnare «Je suis guide» (avrebbe cioè attaccato per primo) e suonò il posto di
combattimento; da gli ufficiali riuscirono ad indovinare la scia lasciata dal
secondo siluro tra le onde, ed una volta compreso questo risultò molto semplice
individuare la direzione da dove era arrivato. L’avviso portò la velocità a 16
nodi: ora la scia del siluro brillava sulla superficie del mare, proprio
davanti al timoniere, che poteva vederla benissimo. Il Commandant Bory aumentò la sua velocità da 13 a 20 nodi, ma era ancora
lontano.
Risalendo
la scia del siluro, con il sole alle spalle, La Curieuse giunse in un punto in cui questa s’intersecava, con un
angolo molto acuto, con la scia del primo siluro. Sulla superficie era apparsa
anche una caratteristica “bolla di lancio”, piatta, rotonda, leggermente
oleosa, formata dalle bolle d’aria uscite dai tubi lanciasiluri del Provana al lancio del siluro (si
trattava di un difetto diffuso, che dovette poi essere risolto con
l’introduzione di un sistema di lancio “senza bolla”). Da ex assistente
dell’addetto navale francese a Roma, il tenente di vascello Berthelot sapeva
che i sommergibili italiani non avevano tubi lanciasiluri direzionali come i
battelli francesi, quindi se il Provana
aveva lanciato con i tubi di prua ed era proseguito La Curieuse lo aveva già oltrepassato, ma se aveva lanciato con i
tubi di poppa doveva essere proprio a proravia dell’avviso. Alle 16.42 il
comandante Le Blanc ordinò di iniziare il bombardamento con cariche di
profondità. Gli scaricabombe lasciarono cadere in mare, ad un intervallo di sei
secondi l’una dall’altra, otto bombe di profondità da 100 kg, regolate per
scoppiare a 100 metri
di profondità (l’ultima si bloccò e dovette essere liberata a martellate dal
sottotenente di vascello Deblaye), mentre i lanciabombe ne lanciarono altre
quattro, due contemporaneamente alla seconda degli scaricabombe e due
contemporaneamente alla settima, regolate queste per 80 metri. In 42 secondi La Curieuse saturò dieci acri di mare
con dodici violente esplosioni subacquee.
Nel frattempo, alle
16.39, anche il Commandant Bory, che
procedeva a 20 nodi, aveva scaricato in mare la sua dose di bombe di
profondità.
Le
cariche di profondità, regolate per scoppiare a differenti quote, saturarono di
esplosioni il mare attorno al sommergibile, ed il Provana, probabilmente danneggiato e con vie d’acqua nello scafo,
si vide costretto a tentare di emergere per non affondare con tutto l’equipaggio:
Botti era forse intenzionato a battersi in superficie con i cannoni.
A
bordo de La Curieuse, che stava
virando per tornare verso il Provana
e gettare un’altra scarica di bombe di profondità, tutti gli uomini sul ponte
gridarono indicando il periscopio del sommergibile che emergeva diritto a 800 metri al traverso a
dritta. Il periscopio continuò lentamente ad innalzarsi nel cielo, poi uscì
dall’acqua anche un secondo periscopio, seguito dalla torretta; infine il ponte
di coperta ed i due cannoni.
Il
Commandant Bory aprì subito il fuoco,
ma era troppo vicino al Provana, ed
il tiro del suo unico cannone, diretto dal sottotenente di vascello Pieters,
risultò troppo lungo, cadendo oltre il sommergibile.
Il
comandante de La Curieuse, lanciato a
20 nodi ed in posizione perfetta, decise di speronare il Provana, quindi diresse la prua sul battello italiano, che stava
emergendo troppo lentamente, forse appesantito dall’acqua imbarcata. Vedendo La Curieuse avvicinarsi, il Commandant Bory cessò il fuoco.
Erano
le 16.42. Per oltre un minuto il Provana
rimase immobile in superficie, davanti a La
Curieuse, senza che alcuna manovra fosse abbozzata, che qualcuno apparisse
sul ponte di coperta che era ormai del tutto fuori dall’acqua.
Dieci
secondi prima dell’impatto, una testa e delle spalle comparvero sopra il bordo
della torretta del Provana. Qualcuno
– forse il comandante Botti, ma è impossibile dirlo – era uscito in torretta:
un uomo a capo scoperto, con una barba giovane ed appuntita, forse biondo.
Sulle prime l’uomo non si avvide della presenza dell’avviso francese, guardando
invece in direzione del convoglio. La mitragliera binata da 13,2 mm di prora dritta de La Curieuse, armata dal sottocapo
(quartier-maître) Gillard, sparò una raffica troppo alta. L’uomo sulla torretta
del Provana si voltò e vide la nave
francese – ormai la distanza tra le due unità era di soli trenta metri –, poi
Gillard fece nuovamente fuoco, stavolta centrando in pieno la torretta. L’uomo
in torretta incrociò le braccia sopra la testa e scomparve, forse colpito, o
forse soltanto gettatosi al riparo. Uno o due secondi più tardi, la prua della
nave francese impattò contro lo scafo del sommergibile.
L’urto
fu violentissimo: La Curieuse speronò
il Provana tra la torretta ed il
cannone poppiero, uno dei periscopi si piegò e si abbatté sul ponte dell’avviso
francese, mentre l’attrito tra i due scafi sprigionava una pioggia di
scintille. La torretta del Provana
strisciò contro il lato di dritta della prua de La Curieuse, mentre la culatta del suo cannone aprì come un
coltello uno squarcio sul lato sinistro della prua della nave nemica; quando la
larghezza dell’avviso fu divenuta uguale alla distanza tra torretta e cannone,
la chiglia cedette ed il Provana si
spezzò in due. In pochi istanti il sommergibile s’inabissò con l’intero
equipaggio (8 ufficiali e 54 tra sottufficiali, sottocapi e marinai) nel punto
37°00’ N e 00°11’ O, ad 83 miglia per 30° da
Orano e 30 miglia
a sud di Capo Palos. Il Commandant Bory
passò subito dopo sul punto dell’affondamento, a poppavia de La Curieuse, e gettò in mare tre bombe
di profondità da 35 kg,
per fugare ogni dubbio sulla distruzione del sommergibile. Poi, si avvicinò a La Curieuse ed il suo comandante disse
al megafono: «Ben fatto! Come va?», cui Le Blanc rispose «Spero di restare a
galla».
Lo
speronamento era stato infatti tutt’altro che privo di conseguenze per l’avviso
francese: a prua l’urto con il Provana
aveva aperto dei grossi squarci, attraverso cui l’acqua si riversava dentro la
nave, che, immobilizzata, andava appruandosi minacciosamente. Si rese
necessario evacuare ed isolare alcuni compartimenti, ed ammainare le lance come
misura preventiva; La Curieuse
imbarcò 150 tonnellate d’acqua, pari ad un quarto del proprio dislocamento, ma
l’equipaggio riuscì alla fine a contenere gli allagamenti ed a ribilanciare la
nave riempiendo alcune casse. Dopo una lunga navigazione a marcia indietro ed a
soli 8 nodi di velocità, scortato dal Commandant
Bory, La Curieuse raggiunse
Orano, dove poté essere riparato. Durante la navigazione di rientro il tenente
di vascello Berthelot si ritirò nella propria cabina, dove recitò un De
Profundis per l’equipaggio italiano.
Il
Provana fu il primo sommergibile
italiano ad affondare in Mediterraneo in quella guerra (altri si erano già
persi in Mar Rosso); l’unico ad essere affondato da unità francesi, dato che la
nazione transalpina si sarebbe arresa all’Asse pochi giorni più tardi. Il Provana fu uno dei due soli sommergibili
affondati dalla Marine Nationale nel corso di tutta la guerra (l’altro fu il
tedesco U 55, affondato da unità
francesi e britanniche in cooperazione il 30 gennaio 1940).
Il comandante Ugo
Botti divenne il primo sommergibilista italiano a ricevere la Medaglia d’oro al
Valor Militare – alla memoria – durante la seconda guerra mondiale.
Morirono con il Provana:
Antonio Albanese, comune
Filippo Amadei, comune
Giuseppe Amerise, comune, 21 anni, da
Trebisacce
Giovanni Arena, sottocapo
Francesco Azzarelli, comune
Ciro Bali, comune
Arturo Bellati, capo di terza classe
Ugo Botti, capitano di corvetta (comandante),
36 anni, da Venezia (MOVM)
Giuseppe Bruno, comune
Giovanni Calabria, sergente
Antonio Caminiti, secondo capo
Giuseppe Cammuso, sottocapo
Ulisse Cattaneo, comune fuochista, 21 anni, da
Colognola
Bruno Cerioni, secondo capo
Carlo Cesa, secondo capo
Angelo Ciol, comune
Silvio Costabile, sergente
Orazio Cucca, sottocapo
Bruno Cugini, comune
Alessandro Danese, capo di terza classe, da
Verona (MBVM)
Gelmino Deambrogio, sottocapo
Alberto Della Monica, sottocapo
Umberto Del Prete, capo di terza classe
Gaetano De Martino, comune
Francesco Di Costanzo, comune
Angelo Di Meglio, comune
Giuseppe Favaloro, comune
Domenico Fazio, comune
Salvatore Ferrara, comune
Giovanni Ferrari, tenente del Genio Navale
Luigi Giardiello, sottocapo
Bruno Goso, comune
Giovanni Granata, tenente di vascello
(comandante in seconda)
Francesco Laudadio, comune
Riccardo Leone, secondo capo
Mario Lepri, sottotenente del Genio Navale
Mario Limatola, comune
Ferdinando Losardo, guardiamarina
Ivo Marchi, sottocapo
Alberto Marinelli, comune
Giovanni Masneri, comune
Vincenzo Mauro, comune
Croce Messina, sottocapo
Arnaldo Miele, sottotenente di vascello
Procolo Mirabella, sergente
Vincenzo Mucci, comune
Sante Neroni, secondo capo
Leonardo Perini, sottocapo
Olimpio Piroli,
secondo capo da Fidenza
Giuseppe Pischedda, capo di seconda classe
Costantino Prato, guardiamarina, da Mondovì
(MBVM)
Giuseppe Riciputo, comune
Armistizio Rosini, comune
Vincenzo Santella, sottocapo
Mario Salvatore Sciacca, capitano del Genio
Navale (direttore di macchina), 29 anni, da Patti
Guerrino Sebastianutti, sottocapo silurista
(CGVM)
Giovanni Severino, secondo capo
Pasquale Spanu, secondo capo
Cesare Specos, comune
Vito Troisi, comune
Gaetano Verde, comune
Alberto Zilli, comune
Onore a loro.
La motivazione
della Medaglia d’oro al Valor Militare conferita alla memoria del capitano di
corvetta Ugo Botti, nato a Venezia il 20 luglio 1903:
“Abile,
sperimentato Comandante di sommergibile, curò in modo perfetto l'approntamento
bellico della sua unità prodigandosi con le sue magnifiche doti di
organizzatore.
Nel
corso di una missione attaccava con risoluto ardimento un convoglio fortemente
scortato da unità da guerra.
A
seguito di violenta reazione nemica essendo il sommergibile colpito da bombe
così gravemente da risultarne menomata l'integrità ed oltremodo difficile la
permanenza in immersione, manovrava abilmente per venire in superficie ed
affrontare l'avversario col cannone.
Constatato che le navi di scorta, insistendo tenacemente nel contrattacco, da brevissima distanza dirigevano per investirlo, riprendeva rapidamente l'immersione con indomita volontà di offendere ancora il nemico. Il sommergibile veniva però speronato ed egli vi trovava col suo equipaggio morte gloriosa.
Constatato che le navi di scorta, insistendo tenacemente nel contrattacco, da brevissima distanza dirigevano per investirlo, riprendeva rapidamente l'immersione con indomita volontà di offendere ancora il nemico. Il sommergibile veniva però speronato ed egli vi trovava col suo equipaggio morte gloriosa.
Esempio
di animo prode e di ammirevole spirito aggressivo anche dinanzi alle estreme
decisioni.”
La motivazione
della Medaglia di bronzo al Valor Militare conferita alla memoria del
guardiamarina Costantino Prato e del capo nocchiere di terza classe Alessandro
Danese:
"Imbarcato su un
sommergibile, partecipava all'attività offensiva della sua unità, apportando il
contributo del suo animo elevato, della sua opera infaticabile. Nel corso di un
ardimentoso attacco ad un convoglio nemico scortato immolava la propria vita in
servizio della Patria"
La motivazione
della Croce di Guerra al Valor Militare conferita alla memoria del sottocapo
silurista Guerrino Sebastianutti:
"Imbarcato su un
sommergibile, partecipava con alto spirito all'attività offensiva della sua
unità. Nel corso di un ardimentoso attacco ad un convoglio nemico scortato,
sacrificava la propria vita in servizio della Patria"
2° Com Olimpio Piroli
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