giovedì 18 ottobre 2018

Motonave SINFRA - 18 ottobre 1943


Sono passati pochi giorni dalla firma dell'armistizio. I soldati italiani in Grecia sono fatti prigionieri ed internati, se non fucilati, proprio dagli stessi soldati che fino a poco tempo prima erano alleati, ora nemici. L'8 settembre 1943 si trovano in Grecia circa 80000 tedeschi del gruppo armate sudest, in nuclei di massicci distaccamenti motorizzati e gli italiani inquadrati nella XI armata italiana gen. Vecchiarelli, III CdA a Tebe div. Forli, Pinerolo, truppe Eubea (Bersaglieri); VIII CdA Cefalonia div. Acqui, Corfù Div. Casale; Sett.Corinto, Argolide Pelopponeso Div. Piemonte, Cagliari distaccate a unità tedesche
XXVI CdA a Giannina div. Modena, Brigata Lecce
Comando Egeo div. Cuneo (a Samo), Regina (Rodi e Castelrosso), Siena (a Creta).

Solamente chi rimaneva volontariamente inquadrato nei Volontari di Creta, veniva reintegrato. 
Tutti gli altri dovevano essere portati nei campi di concentramento, e ammassati nei porti.
Heraklion, Creta. Probabilmente per molti si prospettava la detsinazione ai campi di lavoro in regime di semilibertà. La motonave Sinfra, arriva nel porto per caricare tutto ciò che da giorni le truppe tedesche stanno ammassando. Materiale bellico, bombe di aereo, uomini, truppe, prigionieri e un piccolo gruppo di partigiani greci. Destinazione il Pireo. E da lì, poi il destino dei soldati italiani e dei partigiani sarebbe stato segnato.
La motonave Sinfra era una nave da carico senza cabine, varata nel maggio 1929 ad Oslo in Norvegia ed era lunga 122 metri e 17 di larghezza. L'armaento di difesa era costituito da due mitragliatrici, una a poppa e una a prua che fungevano da antiaerea.
Quella volta, uomini internati, truppe e materiali furono stipati nelle stive, mentre ai soli ufficiali fu permesso di rimanere sui ponti e di poter usufruire delle cabine che correvano da poppa a prua.
tutte le uscite o vie di possibile fuga erano presidiate da soldati tedeschi armati di mitragliatrice.
Quando la nave salpa con il suo carico umano e di armamento, il mare, sotto una luna piena, sembrava olio. Ognuno conosceva il pericolo di essere facilmente individuabili e vennero prese infinite precauzioni. ma alle 23.30 una sentinella mette in alalrme la nave : aerei nemici. All'orizzonte i testimoni supertiti, raccontano che si videro distintamente, quasi a pelo d'acqua. Squadroni di bombardieri B-25 della USAF e aereosiluranti Bristol Beaufighter della RAF che provenivano dal Nord Africa, presero di mira la nave.
E poi un grande fragore : una bomba attraverso la ciminiera esplode all'interno della nave, provocando danni e panico. Tutti cercano di scappare, ma non le sentinelle tedesche che iniziano ad aprire il fuoco su chiunque tentasse di salire dalle stive. Molti soldati a causa dell'esplosione rimasero intrappolati all'interno delle stive impossibilitati a salire a causa delle scale di accesso crollate o inutilizzabili.
La Sinfra era ferma, inclinata di dritta. Chi potè si buttò a mare o cercava scialuppe per allontanarsi da quella nave dal destino segnato. Intanto gli aerei compiuto un largo giro tornavano per assestare il colpo di grazia. Anche le sentinelle lasciarono finalmente la stiva lasciando ai prigionieri una piccola via di scampo. La nave colpita di nuovo lentamente veniva consumata dal fuoco, il calore arroventava ogni cosa.
Alle 2.30 il destino si compì. L'estremo calore raggiunse le bombe d'aereo che deflagrarono sventrando la nave ed il cui boato si udì a molti chilometri di distanza.
Solo il mattino successivo arrivarono alcuni pescherecchi greci, requisiti dai tedeschi, alla ricerca di naufraghi, subendo ancora un attacco inglese che distrusse un idrovolante tedesco.
I pescherecci con i naufraghi fecero rotta al porto di Cania dove ad attenderli c'erano truppe tedesche e mezzi pesanti per il loro trasferimento alle carceri vicine alla città. Gli ufficiali italiani invece vennero portati alla prigione di Panaghia e poi trasferiti al Pireo.
Le Cifre del Disastro
Le fonti che citano cifre stimate o presunte veritiere sono tante, compresi gli archivi italiani della Marina. Le fonti più attendibili vengono dallo storico Gerard Schreiber che ha potuto consultare gli archivi della marina tedesca incrociandoli con quelli della WH.
Numero delle vittime : 1850 tra internati e prigionieri greci
Superstiti :  539 tra internati e prigionieri greci
su un totale di 2389 uomini.
Tra loro anche il giovane Enea Craviari di Fidenza. 


Purtroppo il numero di prigionieri italiani e greci uccisi dalle sentinelle tedesche durante il tentativo di fuga dalle stive, rimane sconosciuto.


La posizione del Relitto
Il relitto della Sinfra si trova a 7 miglia dalla costa occidentale di Creta. Si pensa tuttavia che il relitto sia difficilmente riconoscibile a causa dell'esplosione



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