lunedì 24 aprile 2017

Il Partigiano Johnny - Storia di un uomo -


Puoi scegliere di schierarti o di subire quella guerra che improvvisamente ti è scoppiata in casa. 
" Il partigiano Johnny" è un film, di Guido Chiesa (italia 2000) e un libro, di Beppe Fenoglio (1922-1963), edito postumo nel 1968.  

Risultati immagini per il partigiano johnny filmPer chi non conoscesse entrambi, la storia narrata è semplice quanto realistica e cruda. Studente di letteratura inglese, Johnny ritorna ad Alba all'indomani dell'8 settembre. in quanto disertore ed è costretto a nascondersi in una villetta nei sobborghi della città. E' convinto di dover combattere il regime nazifascista, ma la sua prima incognita sarà "con chi", in quanto la sua cultura e la sua vocazione anglofila non gli consentono di unirsi alle nascenti bande di ispirazione comunista, nè agli autonomi badogliani. Parte da solo verso le colline delle langhe fino ad incontrare una prima banda di partigiani, male armati e ideologicamente impreparati. Diventa per loro un moderno Ulisse che dovrà affrontare un viaggio tra le violenze fratricide della guerra e del 1944 in particolare. La vita del partigiano non è quell'avventura poetica che aveva affascinato Johnny nei suoi sogni da colto studioso e neppure sconfina negli eccessi eroici hollywoodiani, ma rimane sempre nell'ambito realistico e umano sempre alla ricerca di una dimensione esistenziale di un personaggio problematico e, per certi versi, emblematico.
Immagine correlataSicuramente sia il film che il libro in primis, mettono in evidenza una fondamentale differenza con altri libri di qella parte del neorealismo italiano, ed è rappresentata dalla lingua elaborata da Fenoglio per raccontare la storia di Johnny e che trova origine nella passione dell’autore, e del suo personaggio per la lingua inglese, ritenuta da lui, espressione di una cultura pura e nobile (quella del teatro di Shakespeare e dell’amato Marlowe). Scritto sulla base di una lingua italiana colta e ricchissima a livello lessicale, grazie anche ai numerosi neologismi, si innestano continui inserti in lingua inglese, che spaziano dalla singola parola, a frasi intere, fino a due pagine scritte interamente in inglese per riportare il colloquio di Johnny con due prigionieri sudafricani. Un simile mélange, che produce un effetto di spaesamento nel lettore, dimostra la grande maturità stilistica di Fenoglio, che, per aggirare la convenzionalità dell’italiano “scolastico”, i modelli “realistici” del Neorealismo e le rigidità del dialetto (già usato nella Malora), crea una lingua irregolare, in cui l’inglese interviene a esprimere la voce dell’autentica identità del personaggio. E d’altronde è in inglese una delle frasi più emblematiche del romanzo:
I’m in the wrong sector of the right side
Pronunciata da Johnny al suo arrivo nella brigata comunista (Brigata Garibaldi), questa frase vale in realtà come sua massima esistenziale, poiché egli continuerà ad avvertire questo senso di estraneità nei confronti di tutti gli altri olòtre ad un suo senso di diversità, poiché ai suoi occhi l’impreparazione, la violenza gratuita e l’ortodossia ideologica sono tanti modi di fraintendere il vero senso della lotta partigiana.
Questa dimensione assoluta, però, appare raggiungibile solo al di fuori dei compromessi dell’azione collettiva. Solo nella solitudine l’uomo può compiere le proprie scelte secondo un senso di giustizia che non si misura sull’esito di un singolo evento, ma su quello della causa superiore, come l’onore individuale e la Liberazione finale.

Bibliografia
M. Corti, Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio, in Letteratura italiana. Le opere, a cura di A. Asor Rosa, vol. IV, Il Novecento, II. La ricerca letteraria, Torino, Einaudi, 1996, pp. 811-834.
D. Isella, La lingua del «Partigiano Johnny», in B. Fenoglio, Romanzi e racconti, «Biblioteca della Pléiade», Torino, Einaudi-Gallimard, 1992.

Filmologia correlata ( neorealismo italiano)
Roma città aperta di Roberto Rossellini  (1945);
Il generale della Rovere (1959) di Roberto Rossellini, su soggetto di Indro Montanelli;
Il terrorista (1963) di Gianfranco De Bosio;
Un giorno da leoni (1961) di Nanny Loy;
A luci spente (2004) di Maurizio Ponzi;
La ragazza di Bube (1963) di Luigi Comencini tratto dal libro di Carlo Cassola;
Una vita difficile (1961) di Dino Risi;
La notte di San Lorenzo (1982) dei fratelli Taviani.

Da leggere
• Tutta l'opera di Fenoglio è disponibile in B. Fenoglio, Opere, edizione critica diretta da M. Corti, Torino, Einaudi, 1978.
• Per uno sguardo storico complessivo sulla Resistenza si veda: R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino, Einaudi, 1964.
• Per comprendere il clima culturale degli anni in cui fu pensato e scritto Il partigiano Johnny è da leggere di I. Calvino la Prefazione 1964 al Sentiero dei nidi di ragno, ora in I. Calvino, Romanzi e racconti, I, Milano, Mondadori, 1991.
• Per capire i luoghi della resistenza di Beppe Fenoglio si veda il servizio Le Langhe di Beppe Fenoglio in "ALP" 104 (1993), pp. 62-76; si consideri anche il numero speciale di "ALP", La Resistenza sulle Alpi: contributi e testimonianze di guerra partigiana, 119 (1995).
• Per leggere il massimo grado di smitizzazione partigiana si legga: L. Meneghello, I piccoli maestri, con introduzione di M. Corti, Milano, Mondadori, 1986.

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