Capita per caso che ritrovo sotto la cenere del tempo una cassetta VHS. Il titolo scritto a mano, riprodotta in modo artigianale. Racconta della ritirata di Russia e delle peripezie della compagnia 103 TRT di cui mio suocero era in forza. La cassetta snocciola alcune foto ingiallite, mentre la musica fa da sfondo ai sottotitoli scritti a mano, con commenti alle foto dei momenti più importanti della Compagnia 103 TRT. Il filmato prosegue nel racconto, la fine della guerra, il rientro a casa e poi...il momento in cui viene filmato un raduno all'albergo "Madonna del Frassino" sul lago di Garda. Compare per qualche fotogramma, lui con mia suocera al comando tappa ( iscrizione al raduno), durante il pranzo successivo alla s. messa e pochi altri attimi. Avevo partecipato anch'io, accompagnando i miei suoceri, ai raduni, per ascoltare i loro racconti, tanto vividi ricordi quanto dolorosi. E sempre, l'"uomo", l'amicizia e il cameratismo erano la parte più spessa e vera dei racconti, mentre l'evento bellico faceva da sfondo, quasi inconsistente ed etereo.
Ricordo che trovai in un mercatino, il proclama del Gen. Messe sulla campagna di Russia, e quando ne feci dono al nonno Angelo, si commosse, ma non aggiunse altro su quel periodo... Preferiva, e come dargli torto, parlare di calcio, che giocò anche prima della partenza della compagnia per la Russia.
Al di fuori di quei momenti, il "nonno Angelo" lasciava che fosse la vita del momento a prendere il sopravvento, anzichè essere sopraffatto da ricordi troppo dolorosi.
Era maggio 2005 e nonno Angelo ci ha lasciati, portato via dall'alzheimer, lui, reduce della campagna di Russia, uomo semplice, appassionato di calcio, persona riservata.
In questa foto è con con mio padre.
Ed era dicembre 2013 quando un ictus si è portato via anche mio padre, una persona speciale, sempre pronta ad aiutare tutti, non solo moralmente, spesso lasciando che il suo esempio parlasse per lui.
Vorrei fossero qui adesso per colmare tremendi vuoti fatti di ricordi non detti, testimonianze e parole di vita, per una parola di conforto e di confronto.
E li voglio pensare così, intenti a giocare una partita infinita e fare a chi bara meglio.
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